di Renzo Sacchetti
L’idoneità della brughiera che si trova tra i paesi di Cameri e Bellinzago, una dozzina di chilometri a nord di Novara, all’attività di volo degli aeroplani è già compresa nel 1908: è ampia e il suo terreno morenico presenta quelle caratteristiche – sufficientemente piano e libero da vegetazione di alto fusto o altri ostacoli, compatto ma drenante – che lo rendono ottimo soprattutto in relazione alle fasi di decollo e atterraggio, oltre a offrire spazi per eventuali situazioni di emergenza.
Si tratta in particolare della cosiddetta Regione Castellana, un toponimo che con buona probabilità è in relazione alla presenza nella zona del castello di Baragione, una fortificazione piuttosto sconosciuta, ancora riportata sulle mappe di metà del 1800 e che alcuni studi tendono a far risalire al III – V secolo.
Da questa carta militare degli Stati Sardi del 1852 risulta con precisione la posizione dell’antico castello di Baragione: è nei pressi dell’incrocio tra la strada Cameri – Bellinzago, che ricalca un tracciato perlomeno di epoca romana, e la strada che da Cavagliano conduce all’abitato fortificato e porto fluviale di Bornago. Analoghe mappe militari di fine secolo non lo evidenziano più.Il “M°. della Baraggia”, poco più a sud, è l’area su cui sorgerà l’Aerodromo di Cameri. |
Questa recente visione satellitare permette di apprezzare la traccia archeologica del castello di Baragione a fianco di una piazzola circolare usata per prove tecniche. |
Un utilizzo militare permanente in questa Regione è documentato soprattutto nei secoli più recenti, tant’è che in massima parte è occupata da un’area addestrativa per l’artiglieria e la cavalleria. E infatti è il Ministero della Guerra a concederne lo sfruttamento di una porzione periferica ad alcuni imprenditori del Novarese, Giuseppe Cobianchi, Andrea Fauser e Giovanni Negretti, che durante il Primo Circuito Aereo Internazionale di Brescia del settembre 1909 offrono l’opportunità all’ingegnere francese Clovis Thouvenot, titolare della AVIS, con il preciso scopo di impiantare “un campo di esperimenti d’aviazione e un’industria per la costruzione di aeroplani”. Finalizzati anche gli accordi con gli enti locali, in particolare le Amministrazioni Comunali di Novara e Cameri, Thouvenot si sposta ben presto da Brescia alla brughiera camerese, tanto che tra novembre e dicembre è già realizzato il grande hangar in legno destinato sia alla produzione che al ricovero degli aeroplani. Thouvenot, inoltre, crea qui anche la Prima Scuola Italiana di Aviazione.
Per via del maltempo, il primo volo dal neonato aerodromo di Cameri avviene solo il 17 febbraio 1910, ad opera di Umberto Cagno ai comandi del biplano AVIS 4.
Ben presto quello di Cameri viene giudicato il miglior campo di volo italiano, con immediate ricadute sul territorio circostante: si ha un incremento di valore dei terreni della brughiera e l’apertura di trattorie e alberghi, sfruttando anche le cascine dei dintorni.
Purtroppo, l’isolamento della zona, soprattutto nei collegamenti con Novara e nei servizi quali telefono e telegrafo, diviene sempre più un fattore di disagio. L’indecisione delle amministrazioni locali a dar corso a lavori di miglioramento è causa di una grande occasione persa. Infatti, in cerca di una nuova sede per la Scuola d’Aviazione di Centocelle, i militari decidono infine per Aviano, dove la Scuola si trasferisce nell’aprile 1911.
Impossibilitato a far fronte alle crescenti difficoltà, nel corso del 1912 Thouvenot dichiara fallimento.
L’aerodromo viene rilevato nell’autunno 1913 dall’appositamente costituita Aeroplani Gabardini – Officine e Scuola – Aerodromo di Cameri di Giuseppe Gabardini e dei suoi cugini Angiolina e Guido Carlo Carbone. I Gabardini-Carbone, oltre ad aver già investito in terreni e immobili lì attorno, non sono nuovi del settore, dal momento che hanno impiantato un’impresa di costruzioni aeronautiche con un progetto originale di aereo monoplano presso il campo milanese di Taliedo.
E’ però a Cameri che il monoplano Gabardini viene pienamente sviluppato e messo in produzione, sia nella versione terrestre che idrovolante, ed è da questo campo che parte per compiere i raid e conquistare i primati che saranno definiti come i suoi “grandi voli”.
La Gabardini rappresenta la fortuna dell’Aerodromo di Cameri; uno diverrà sinonimo dell’altro e i due nomi saranno indissolubilmente legati nella storia aeronautica.
I primi monoplani Gabardini (le “Gabarde”) davanti agli hangar già della AVIS. La torre in legno, con terrazza alla base e serbatoio dell’acqua e pennone portabandiera alla sommità viene realizzata nell’inverno 1913-14 e fino alla metà degli anni Venti sarà un simbolo dell’Aerodromo di Cameri. | Carta militare del 1914 che mostra il Campo d’Aviazione e l’insediamento Gabardini. Il Mulino della Baraggia (poi Mulino Fortina) è qui indicato come Trattoria. |
Utilizzatori dell’Aerodromo di Cameri in questo periodo: | ||
1909 – 1912 | AVIS (Ateliers Voisin Italie Septentrionale) | |
1913 – 1915 | Aeroplani Gabardini | |
Giuseppe Gabardini – al centro della foto, in completo chiaro – con un gruppo di istruttori e allievi della sua scuola di pilotaggio, davanti a una Gabarda. |