di Renzo Sacchetti
Gli anni del coinvolgimento dell’Italia nella 1ª Guerra Mondiale vedono l’Aerodromo di Cameri dominato dalla Gabardini e dai suoi corsi di pilotaggio per soddisfare un’Aviazione italiana in espansione e potenziamento: si consideri anche solo semplicemente che nel maggio 1915 Regio Esercito e Regia Marina (l’Aeronautica nascerà come Forza Armata indipendente solo nel 1923, raggruppando le componenti aeree delle altre due) dispongono di meno di 90 tra aeroplani e idrovolanti, mentre nel novembre 1918 il quantitativo è di 1758. I corsi qui si succedono in maniera frenetica e viene costruito un apposito edificio, che ospita anche il Comando militare, di fronte alla linea di volo della Gabardini, la quale al termine della guerra arriverà a disporre di ben quattro piste.
Scuola Gabardini, aprile 1917: allievi del Regio Esercito in attesa delle lezioni di pilotaggio con le Gabarde.
L’ Aerodromo agli inizi del 1917: si nota l’allineamento degli hangar e, alle loro spalle, in posizione centrale, lo stabilimento Gabardini, mentre sulla sinistra si trova la villa padronale. Di fronte agli hangar c’è la lunga palazzina sede del comando militare e dei corsi di pilotaggio, con ogni probabilità edificata nel 1915. |
E’ un periodo di affari d’oro con questi corsi per i militari e per la Scuola di Cameri il vero artefice del successo è il monoplano Gabardini – la Gabarda, come molto più comunemente viene chiamato, tant’è che spesso i Gabardini-Carbone ne parlano come della “Santa Gabarda”.
Al tempo stesso, però, i Gabardini–Carbone mantengono una gestione piuttosto disinvolta dell’amministrazione societaria, soprattutto distogliendo fondi per una serie di investimenti personali e una buona dose di vita mondana. Con il tempo questa situazione diviene veramente grave, tanto che nel 1918 la stessa Angiolina Carbone non esita a definirla “una babilonia”.
La fine della guerra ha come grande conseguenza la smobilitazione, che si riflette in vario modo sia nei settori militari sia in quelli civili della società, provocando anche situazioni parecchio critiche nei casi in cui le commesse militari rivestono importanza particolare per determinate attività e produzioni.
L’Aerodromo di Cameri è colpito dalla sospensione di ogni attività legata all’aviazione, sia di volo, sia di costruzione o manutenzione, e la Gabardini riesce a sopravvivere dedicandosi per un buon paio d’anni al settore automobilistico prima di riappropriarsi della sua originaria iniziativa imprenditoriale e di rivendicare di essere, come evidenzia un suo opuscolo pubblicitario (anche se con un eccesso di “ottimismo” riguardo ai numeri) “La più grande Scuola d’Aviazione mondiale”, con “200 apparecchi efficienti” e “1500 piloti militari brevettati durante la guerra”.
Utilizzatori dell’Aerodromo di Cameri in questo periodo:
1915 – 1918 Aeroplani Gabardini (dal 1916 al 1918 Società per l’Incremento dell’Aviazione – Aerodromo Cameri)