F-104G – Gate Guardian di fronte al Comando
(a cura di Fabio Pontanari)
Quando mi fu comunicata dal Col Maresio, allora Comandante del 53° Stormo, la volontà di allestire un “Gate Guardian” nell’area Comando con la cellula di un F-104G, accettai con piacere l’onere di seguire i lavori. Dopo l’ F-86E, salvato mentre era già nella vasca delle esercitazioni antincendi, poi rattoppato e verniciato con la livrea dei “Lanceri Neri”, ed il restauro dell’ F-86K, tuttora esposto nel museo della base camerese, ora finalmente mi toccava lo Starfighter, velivolo che, a mio modesto parere, meritava più di tutti gli altri di essere immortalato.
La veste tigrata ideata dal giovane Joe Barale, pilota del 21° Gruppo, per il Tiger Meet del 1988 (ricordo ancora la nottata passata con lui nell’hangar alla flebile luce del proiettore per tratteggiare sulla fusoliera i contorni del bozzetto della tigre) era perfetta per ricordare, valorizzandone la bellissima linea dall’aerodinamica estremizzata, questo velivolo e con lui la gloriosa storia del 21°Gruppo Caccia.
Dopo un rapido calcolo del peso e una incursione al meteo per avere un’idea, la più precisa possibile, del peso delle forze da tenere necessariamente in considerazione per il progetto (neve, venti ecc. ecc. …), feci uno schema di massima delle quattro piastre da collegare alle ordinate di forza del velivolo (ali e motore) per poi passare il tutto al mio vice, Cap. Spagnolini, incaricato di calcolare le dimensioni del trave di sostegno.
Purtroppo, quello individuato non era disponibile e si dovette utilizzare un trave più grande e pesante: ciò causò, al momento dell’istallazione, notevoli problemi, fortunatamente superati, di bilanciamento. Nel frattempo fu preparata la gettata di cemento con annegato lo spezzone di trave da collegare a quello fissato sul velivolo. Dopo i giorni previsti per l’assestamento del cemento, caricato il muso con tutto il piombo che eravamo riusciti a reperire, fu il momento dell’inevitabile, temuto incontro con la gru.
L’ imbragatura era stata modificata per adattarsi all’inclinazione del piedistallo e al bilanciamento del velivolo ma, nonostante ciò, fu necessario appendersi in cinque al canapo legato al carrello anteriore. Dopo una buona oretta di combattimento il primo bullone fu inserito con un respiro di sollievo da parte degli addetti ai lavori, poi fu tutto più facile. Ancora qualche ora per rifinire il tutto e, finalmente, lo Starfighter poteva svettare imponente sul piazzale.
Un unico rimpianto: nel bozzetto che avevo a suo tempo disegnato il trave di sostegno era mascherato da una elegante lamina curva da realizzare in acciaio inossidabile; purtroppo mancanza di tempo e bilancio già in rosso non hanno permesso di realizzare questo ultimo dettaglio.
In conclusione sono quasi certo che la la squadra fosse formata da almeno dieci tecnici, dei quali purtroppo non ricordo i nomi di tutti, ma solo dei seguenti: Cignini Agostino – Mavilio Giuseppe – Altavilla Vincenzo – Candiani Giuseppe.