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C’era una volta………” 

Circolo del 53

di Stelio Nardini (già Tigre 1)

Quando le nostre mamme, per calmare noi bambini irrequieti, non ne potevano più e la televisione non era ancora la regina del salotto buono, sceglievano nel loro prezioso repertorio delle favole quelle più adatte per tenerci buoni e cominciavano con la consueta e promettente frase: “C’era una volta ….. “Era un ritornello che avremmo sentito più volte nella nostra vita aeronautica perché la sedentarietà non è mai stata una nostra caratteristica: gli ammodernamenti delle linee di volo e i crescenti costi delle macchine hanno comportato ripetute ristrutturazioni e, conseguentemente, modifiche ordinative che hanno comportato scioglimento di Reparti, cambi di specialità, trasferimenti, nuove esperienze, aggiornamenti. Ripercorrendo il nostro cammino ci siamo resi conto che abbiamo avuto più di una mamma che ci ha allevati, educati ed addestrati insegnandoci l’a-b-c del volo e quando queste mamme “sui generis” arrivarono all’u-v-z ci diedero una spinta buttandoci fuori dal nido e fummo finalmente in grado di “fare da soli” liberando quel “gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi” e che aveva imparato a volare seguendo il manuale di volo scritto da Richard Bach appunto per i gabbiani. L’ho fatta lunga, l’introduzione, ma non me ne vorrete perché tra di noi ci si capisce e ci si riconosce: vivere di ricordi e fare le valigie fa parte del nostro DNA. La vita di un aviatore è come la legge: è uguale per tutti. Il primo amore di ogni pilota non può essere che il Gruppo di Volo nel quale siamo stati incorporati, giovanissimi Sottotenenti e forte è il sentimento di appartenenza perché se le macchine vengono sostituite, nel tempo, gli uomini restano e garantiscono la continuità di una tradizione che vive nelle persone e nel ricordo di quelle che non ci sono più. 
Figli di due mamme (alcuni di noi al Cinquantuno ed altri al Cinquantatreesimo) ma di un solo padre (il 21° Gruppo) abbiamo seguito (da dentro e da fuori) le sue vicende e le sue peregrinazioni: Istrana, Cameri, Gioia del Colle fino alla posizione di “Reparto Quadro”. 
Non molti sono i Gruppi girovaghi ma il 21° ebbe il privilegio di essere uno di questi e la difesa delle proprie origini costrinse i Piloti a lottare contro tutti: sul nominativo che ci volevano dare (Dingo al posto di Tigre), sul numero da mettere sulle fusoliere degli F-104 (51? 21? 53?), sulla collocazione del Simbolo (la testa di una tigre rampante con il motto “ad hostes rugens”, ma dove? sulla deriva? sulle prese d’aria?). 
Era più che naturale che lo spirito di corpo dei Piloti e degli Specialisti del 21° fosse altissimo e ne fa fede il fatto che sono ormai 40 anni che vive la tradizione, iniziata nel 1966 con autonoma decisione, di autoconvocarci ogni 21 dicembre alle ore 21.00 a Cameri nella ex Palazzina di Gruppo, la Tiger House, che tanto ex non è perché per imperscrutabili motivazioni, gelosamente conservata e custodita dal Comando Aeroporto, è rimasta com’era quando il 21° Gruppo è partito nel 1999 per la Puglia lasciando con nostalgia la nebbiosa brughiera per stabilirsi a Gioia del Colle con i suoi Tornado ADV.
Negli incontri sempre affollati, ognuno cerca le molte fotografie che tappezzano le pareti quelle che richiamano frammenti irripetibili di una vita intensamente vissuta e il sacrificio dei compagni Caduti lungo il cammino: è il commovente momento delle rimembranze.
Questi appuntamenti sono il segno inconfondibile di attaccamento alle tradizioni e ci offrono l’occasione per richiamare alla nostra memoria tanti ricordi, suscitando nostalgia e portando alla luce testimonianze spesso inedite, vissute nei Gruppi di appartenenza molti dei quali non esistono più. 
Non tutti sanno che il XXI Gruppo nacque il 24 maggio 1918 in Macedonia da due Squadriglie montate su Nieuport e sul bombardiere SAML ed ebbe come primo Comandante il Capitano Pilota Mario Aimone Cat che fu Capo di S.M.A. dal 1944 al 1951.
Nel corso della 2a Guerra Mondiale impari e cruenti furono gli scontri che lo videro protagonista in Russia, sul fronte greco-albanese, in Sicilia, in Puglia, nel Mediterraneo e in Jugoslavia, combattendo con onore, senza risparmiarsi, soffrendo pesanti e dolorose perdite su tutti i fronti: dal giugno 1940 al 31 gennaio 1945 25 Piloti non rientrarono alle loro basi.
Finita la guerra la ripresa fu rapida grazie agli aerei forniti dagli Stati Uniti e all’entusiasmo dei Piloti di tutti gli Stormi di riprendere la loro attività; tra il marzo 1945 e il 1990, anche, in parte, per il transito sulle nuove macchine 19 piloti caddero nell’adempimento del loro dovere.
Alcune cifre parlano da sole per farci apprezzare la professionalità dei Piloti e la capacità degli Specialisti e danno un’idea dell’impegno del 21° che, lasciata la casa madre di Istrana, iniziò l’attività a Cameri nel 1964 e d’impeto raggiunse nei primi tre anni di attività 10.000 ore di volo che diventarono 80.000 sull’F-104 e altre 3.596 ore sui Tornado ADV consegnati al 21° Gruppo nel 1997 a Cameri da dove, il 29 luglio 1999 alle ore 10:45, gli ultimi 3 aerei si trasferirono a Gioia del Colle fino al passaggio nella posizione di “Reparto quadro” avvenuta nel 2001. 
Il 21° Gruppo, dopo soli due anni dal suo arrivo a Cameri, aveva conseguito il prestigioso obiettivo di meritare nella Tactical Evaluation NATO nel 1966 la Categoria 1, quindi la sua “Combat readiness” ed è il Reparto dell’Aeronautica Militare che, anni dopo, ha effettuato il maggior numero di missioni operative nel teatro operativo del Kosovo.
Tutti gli ambiti traguardi raggiunti dal 21° Gruppo sono stati possibili negli anni, anche per la professionalità e l’efficienza di tutto il personale tecnico dal GEV al 1° CMP di Cameri (oggi 1° Reparto Manutenzione Velivoli) e della restante organizzazione tecnico-logistica ed amministrativa dipendente dal Comando Aeroporto.
L’ultima ristrutturazione riduttiva sofferta dalla nostra Forza Armata ed imposta dalle ridotte risorse del bilancio della Difesa ha visto la scomparsa di Reparti e Gruppi di volo che per ognuno di noi sono stati i capisaldi della nostra formazione professionale.
Il titolo di questa mia sintetica rassegna “Cera una volta ….“ è stato volutamente fuorviante perché oggi non si riferisce più al protagonista di questa rievocazione: il nostro vetusto 21° Gruppo, che resterà nei ricordi più cari della nostra vita di aviatori, sognatori di mestiere, è rinato.
Il 23 marzo scorso, assieme ad altri ex, sono stato invitato dal Comandante del 9° Stormo “Francesco Baracca” di Grazzanise per assistere ad un doppio evento ordinativo: un trasferimento ed un battesimo.
Il primo provvedimento riguardava il suo 10° Gruppo su F-16 che è stato trasferito ed incorporato nel 37° Stormo “Cesare Toschi” di Trapani ove già opera il 18° Gruppo Caccia Intercettori equipaggiato con F-16 A.D.F. e concorre alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale, unitamente all’82° Centro S.A.R., la 637a Squadriglia Collegamenti e la 737a Batteria SPADA.
Il secondo provvedimento interessava invece direttamente il 21°. Il 9° Stormo ha di nuovo il suo Reparto di volo.
La 609a Squadriglia Collegamenti e Soccorso con l’AB-212 dal 1° giugno 2005 ha iniziato (e successivamente completato) un programma di conversione per operazioni fuori area e dal 23 marzo 2006 ha assunto il ruolo ordinativo di Gruppo con il nome dello storico 21°, ha preso il suo nominativo radio e assunto lo stemma araldico e ben noto della Tigre con il motto “Ad Hostes Rugens”.
Dopo cinque anni dalla incomoda posizione di “quadro”, nella quale era stato parcheggiato, il “Ventunesimo” è uscito dal novero degli ex e ha fortunosamente cancellato il “C’era una volta ….“
Devo onestamente dire che il primo impatto su di me è stato un po’ scioccante.
Ho pensato alla reazione della nostra vecchia Tigre che deve aver reagito male alla notizia ma poi ho ragionato e mi sono pentito.
Molti anni fa pensavamo che avere sotto il nostro seggiolino turbogetti con spinte al decollo di 14.000 kg., o giù di li, ci rendesse diversi da tutti gli altri piloti: i tempi sono cambiati e l’inquieto quadro internazionale richiede a tutti una professionalità e una dedizione senza limiti e senza graduatorie di merito.
Mi è subito venuto in mente il bel volume edito da De Agostini nel 1993 dal titolo “21° Gruppo – 75 anni ruggenti 1918-1993″ con una testa di tigre piuttosto infuriata, sulla copertina e con una prefazione che si conclude con queste parole” … (la sua storia è stata) vissuta da uomini semplici per scelta e diventati Grandi nell’adempimento del proprio dovere, di essa sono rimaste pagine memorabili scritte con l’inchiostro della passione e della dedizione. Quella stessa passione e dedizione che, forza dei protagonisti di ieri, sono adesso vanto e patrimonio da tramandare ai protagonisti di oggi”. 
La continuità è stata assicurata: in un baleno sulla carlinga degli AB-212 è riapparsa la vecchia Tigre nella edizione originale.
Abbiamo veramente passato il “testimone” a uomini motivati, professionisti e consapevoli come quelli che “C’erano una volta ….“
Il giorno della solenne cerimonia il 21° ha preso in consegna lo stendardo del Gruppo con fierezza e orgoglio e tramanderà ai posteri 88 anni di vita operosa.
Pochi giorni dopo, la bandiera di guerra del 9° Stormo è stata rischierata con il Comandante e i suoi uomini e con lo stendardo del neonato Gruppo in una desolata Base in Afghanistan per una missione che vede il Reparto impiegato fuori area in un ambiente permanentemente minacciato da un nemico invisibile e vile.
Quando a Grazzanise ho consegnato al Maggiore Pilota Fulvio D’Antonio, Comandante del nuovo 21°, il quadro con la riproduzione dell’atto originale di costituzione del suo Gruppo ho incontrato anche i suoi Piloti e gli Specialisti e ho avuto la netta sensazione che la loro passione e la loro determinazione di essere utili alla causa della pace in Afghanistan, nonostante la complessità e i rischi della loro missione, sia senza limiti.
Questo mi ha commosso: il 21° è ancora in buone mani.

La Madonna di Loreto, di Lassù, veglia su di loro.

Giugno 2006

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